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I PORTOGHESI DI S. PAOLO DEL BRASILE

Gagliardetto ricamato in uso negli anni Ottanta
Gagliardetto ricamato in uso negli anni Ottanta

Saudade è una parola brasiliana sinonimo di nostalgia, malinconia.

Un brasiliano lontano dalla sua nazione soffre e non può fare a meno che ricordare la propria terra natia a cui si sente legato in maniera indissolubile.

A volte però la nostalgia funziona anche al contrario ed il caso esemplificativo è quello di alcuni emigrati portoghesi che, il 14 agosto 1920, diedero vita alla Associação Portuguesa de Esportes mediante la fusione di cinque preesistenti squadra tutte rappresentative della comunità portoghese di S. Paolo del Brasile.

Nulla fu intentato quel giorno, con il cuore e la testa idealmente protesi verso il Portogallo. A cominciare dalla data di fondazione che coincideva con una pietra miliare della storia lusitana: l’anniversario della battaglia di Aljubarrota che nel 1385 sancì la vittoria del Re di Portogallo Giovanni I contro il Regno di Castiglia.

Nemmeno la scelta dei colori fu un grosso problema in quanto tutti si convinsero che la scelta ideale sarebbe stata quella di adottare il rosso ed il verde, le stesse tonalità della bandiera portoghese.

Ma non finisce qui.

Anche per lo stemma si decise di adottare per l’emblema caratteristico del Portogallo. Insomma venne creata una vera e propria rappresentativa calcistica di fede portoghese nella terra del calcio brasiliana.

E le cose non cambiarono nemmeno qualche anno dopo quando i dirigenti della società rossoverde, esattamente nel 1923, pensarono di cambiare lo stemma. In questa circostanza furono più raffinati negli intenti e la loro scelta si rivolse sulla cosiddetta Croce di Aviz blasone, indovinate un po’, di Re Giovanni I e simbolo della liberazione dall’oppressore spagnolo.

Ecco perché nel gagliardetto odierno, risalente ai primi anni ottanta, sono presenti i simboli della squadra più portoghese del Brasile insieme agli iconici colori rosso e verde ed alla caratteristica croce.

Una squadra che nel corso della sua storia ha vinto pochissimo e non ha retto l’urto dei colossi concittadini del S. Paolo, Corinthians e Palmeiras.

L’unica gioia nelle competizioni nazionali il Portuguesa l’ottenne nel 2011 con la conquista del Brasileirao B un torneo corrispondente alla nostra serie B.

Fu però l’anticamera del dramma sportivo della “Lusa” che da li a poco fini addirittura in serie D.

Attualmente la squadra che fu del campione Djalma Santos gioca nella divisione A2 del campionato dello stato di S. Paolo dopo aver seriamente sfiorato il tracollo finanziario e la conseguente estinzione.

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